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Da noi e fuori da noi

Guardandoci indietro ce ne sarebbero di fatti da ricordare, di roba da raccontare, perché di stranezze ne sono successe nel '21 appena trascorso, e chissà quante altre ne succederanno nel '22. Ma intanto accontentiamoci di queste poche riflessioni per prenderci la libertà anche di pensar male di qualcuno, che a farlo fa bene alla salute e anche se, come dice il detto "si fa peccato, spesso ci s'indovina". Buon anno nuovo, di cuore.

Carbonara
Mia nonna usava ricucire i calzini, quando si sgranavano nel calcagno, e per farlo perbenino c’infilava un finto uovo di legno, col quale noi nipoti poi si giocava a tirarselo. Me ne sono ricordata quando ho rivisto per caso un video con Macron che, sempre bellino, a settembre faceva il piacione fra la folla, come quando lo presero a ceffoni tre mesi prima, a giugno. Monsieur le Président ancora non vuol capire che i bagni di folla possono essere pericolosi, non fanno per lui. Infatti, in quell’occasione si è preso un uovo dritto nella testa. Ahimé, né l’uovo né la testa, anche se veri, si son rotti. Ergo, o le poulets francesi hanno l’orifizio deputato robusto e fanno uova dure come il legno, oppure dura oltremodo è la zucca di Macron. Insomma: per tornare a prima, o era di legno l’uovo, come quello di mia nonna, oppure lo era la testa del Président. Non si saprà mai. Di sicuro se l’episodio fosse capitato da noi, senza esitazione gli avrebbero tirato che so, magari la conca di spaghetti alla carbonara avanzati dal giorno prima, e quelli gli avrebbero  fatto da parrucca, come quelle di Luigi XIII, tanto per farlo sentire a casa sua. In fondo siamo ospitali. Adesso poi che abbiamo anche fatto pace…

“Voglia di lavorare, saltami addosso, fammi lavorare meno che posso”
Qualche volta capita di non avere voglia di andare al lavoro, ma a quanto pare non succede solo e sempre qui da noi. Un giovanotto  dell’Arizona forse ha esagerato, però: proprio all’inizio dell’autunno ha messo in scena il suo rapimento – il padre pieno di soldi, ovvio. La pattuglia della polizia intervenuta l’ha  trovato con le mani legate, sdraiato sul ciglio della strada, ma bene in vista. Due uomini mascherati gli avrebbero dato un colpo in testa, facendogli perdere i sensi, poi lo avrebbero abbandonato, secondo lui. Così la giornata è passata tra ospedale e ufficio dello sceriffo, ma gli investigatori non l’hanno bevuta, perché i colpi in testa che fanno svenire, ma non causano gravi danni nelle teste dei malcapitati, si vedono solo nelle fiction. Alla fine è stato denunciato e poi anche licenziato dalla ditta di gomme in cui lavorava. Ragazzo mio, tu la nostra fantasia non ce l’avrai mai: dovresti respirare un po’ d’aria di questo mare, sai. Il salmastro sviluppa le idee. Per questo noi della costa, in caso di svogliatezza 1) a breve termine si prende un giorno di ferie e si va al mare, 2) a lungo termine, se il sintomo persiste, si fa un concorso in comune. Fatto.  

Meglio tardi che mai
Avete saputo di quel libro che in una biblioteca scozzese è stato restituito 38 anni dopo che lo avevano preso in prestito? La bibliotecaria che l’ha ricevuto indietro ha esclamato: “Oh dear! (Oh mammamia! n.d.t.) This librou è più vecchiou di mei! And doveva essere datou  back il 12 luglio del 1983!” Ragazza scozzese, ti meravigli? Vieni qui da noi che ti facciamo vedere  come girano i nostri orologi (e spesso anche i nostri… ahem).

Puzza di fiori che attrae (ovvero, anche per gli insetti è meglio un morto in casa che un pisano all’uscio)
Curiosità: ci sono fiori che invece di profumare puzzano, e lo fanno con giusto scopo. Uno in particolare richiama nell’aspetto un’enorme forma fallica che spunta con priapesco orgoglio da una corolla colorata. Nome scientifico: Amorphophallus titanum, da cui facilmente si evince la possanza del fiore e del suo pistillone, che però puzzano entrambi come un cadavere in decomposizione, proprio per attirare certi coleotteri necrofori che amano deporre le uova nelle pieghe putrefatte di creature animali o vegetali e per questo diventano utili in ambito forense. “De gustibus non disputandum est”, e nessuno se ne  meravigli. Perché allora il gorgonzola? Il tartufo? E li pagate pure… profumatamente! Zitti.

Il G20, la COP26  e le tavolate: ma che avranno mangiato? 
G20. Le tavolate, diciamolo, ci hanno impressionato. Però mannaggia son mancate quelle più gradite, che forse si potevano scagliare sulle ostinate teste di Xi e Vladimir, se non fossero stati solo ologrammi in video. Pazienza. Bisogna dire, però, che sarebbe stato di gran lunga più fine e garbato essere assenti, piuttosto che esserci e dar pure sfogo alle proprie flatulenze impunemente, sperando di non essere sentiti (in tutti e due i sensi). Ora, anche se di per se di peti più o meno fetidi se ne odono e annusano a josa (vedi uno a caso p. es. riguardo la candidatura di Silvio al Quirinale), di un peto vero e pubblico, come quello di Biden alla COP26 di Glasgow, non se ne aveva avuta  ancora esperienza. Avrai mangiato anche bene, ma sei il solito salame, Joe: se i fagioli, i cavoli o il camembert ti gonfiano, lascia perdere, poi passi veramente male.  Anche perché mentre Pechino produce sempre più carbone, almeno un tavolo sul taglio dei gas serra l’ha aperto. A te invece ti s’è aperto giusto quell’orifizio là tra le chiappe mentre parlavi accanto a Camillona Parker Bowles, e il gas gliel’hai sparato addirittura in faccia! Cosa credevi che succedesse? I tabloid ci si son fatti d’oro. D’altra parte, certe cose bisogna saperle fare, prima di buttarle fuori… Prossima volta, fagioli anche no: piuttosto beviti una tisana a base di finocchio, anice o cumino, che fa tanto trend. E poi fatti portare il carbone dalla Befana, che fa al caso tuo.

Patrizia Salutij

Le immagini sono concesse da Pixabay. Questa sopra, dal titolo Nuovo anno, è di 800Bikuni


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