In scena Babbo Natale e la Befana
BEFANA – Ciao, caro il mio Natalino!
BABBO NATALE – Ciao, cara la mia Pasqualina!
B – Come mi hai chiamata? Hai bisogno di un paio di occhiali nuovi!
N – Cara mia, ci vedo benissimo, e vedo che ti sei così arrotondata che mi sembri un uovo di Pasqua!
B – Alla grazia di Tiramolla! Se ci vedi benissimo, allora abbassa lo sguardo e dai un’occhiata a quel baule che ti trovi sotto la barba. Prima arriva la pancia e poi arrivi tu! Ti credi di essere bello?
N – Proprio bello… no! Però nessuno mai ha paragonato uno brutto a me! Invece, sai quante volte ho sentito dire: “Ammazza, che befana!”, quando una donna non è proprio attraente! Chissà perché!
B – Perché siamo in un mondo di maschilisti, ecco perché!
N – Ora non cominciare a far la femminista!
B – Io dico la sacrosanta verità. Ma la verità ti fa male, lo so.
N – Ha parlato Caterina Caselli!
B – Non fare body shaming! L’aspetto esteriore non è tutto. Quello che conta è essere belli dentro!
N – Ma io non ho mai messo in dubbio la bellezza delle tue… budella! Sono sicuro che sono magnifiche.
B – Parli così perché sei geloso!
N – Io geloso? E di chi? Di te? Ah, ah, ah!
B – Sì! Hai paura che i bambini vogliano più bene a me che a te! Lo so, sai che hai messo in giro certe voci su di me…
N – (Imbarazzato) Voci? Quali voci?
B – Non sei stato tu, forse, a mettere in giro una certa canzoncina, anzi, canzonaccia, su di me?
N – (Sempre più imbarazzato e con aria colpevole) Canzoncina, canzonaccia… Ma se sono anche stonato!
B – Infatti, non è una canzone vera e propria, ma una specie di cantilena canzonatoria. (Si rivolge al pubblico) Vogliamo rinfrescargli la memoria? “La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte, se la fa nella sottana, brutta e sudicia è la Befana!”
N – (Con aria colpevole) Sono innocente! Chi ti ha detto che sono stato io?
B – Anche bugiardo! Ho i miei informatori, anzi… informatrici!
N – (Rivolto al pubblico, sottovoce, per non farsi sentire dalla Befana) Ah, le renne! Quelle pettegole! Appena torno al Polo Nord, darò loro una bella tiratina di corna! Chiacchierone, linguacciute!
B – (Quasi piangendo) Se la fa nella sottana! Come hai potuto … solo… pensarla una cosa simile!
N – Non fare così, dai. È che faceva rima…
B – E Babbo Natale sai con cosa fa rima? Con sleale! Vergognati! E io che avevo scritto anche una poesia per te!
N – Una poesia, per me? (Imbarazzato e pentito)
B – Sì! Una poesia. E tu? Cosa hai scritto tu, per me? Una canzonaccia!
N – Scusa, amica mia, tutta colpa… della rima. Me la fai sentire la tua poesia?
B – E va bene! (Prende un foglietto dove ha scritto la poesia) Ti meriti che ti risponda per le rime!
“Babbo Natale, col candido barbone
e il rosso casaccone,
Babbo Natale, col sorriso sincero
e il cinturone nero,
Babbo Natale con gli occhi furbi
e con lo sguardo buono
del mio nonnino,
è così felice
nel porgermi il suo dono
che sembra lui,
il bambino.
N – (Commosso) Grazie, grazie! È bellissima! (Al pubblico) Vero che è bellissima? Vedi? Ti vogliono tutti un gran ben! Forse, ne vogliono più a te che a me!
B – Non sarai mica geloso?
N – No, però… io li ricopro di regali, anche molto costosi mentre tu te la cavi con delle calze… (Al pubblico) magari vecchie e puzzolenti, ci scommetto… (alla Befana) dove metti dei dolcetti e qualche caramellina, forse anche già ciucciata. Perché lo so, sai che sei una bella ghiottona e non sai resistere alle caramelle!
B – Vecchio barbone insolente! (Al pubblico) Non statelo a sentire! Non è vero quello che dice! Io non le ciuccio le caramelle… alla menta! Non mi piacciono!
N – Però quelle alla fragola ti piacciono, eh?
B – Sì, è vero mi piacciono tantissimo, però non le ciuccio… quasi mai!
N – Vedi, allora che ho ragione! Le ciucci!
B – E basta! Falla finita! Una volta non mi trattavi così, quando ero giovane…
N – Su, via non te la prendere, prima o poi, tutti DOVETE invecchiare!
B – Ti piacerebbe, eh, che invecchiassero solo gli altri?
N – (Pensieroso) No, non mi piacerebbe. I miei amici, tutti quanti invecchierebbero ed io rimarrei, giovane, sì, ma… solo! No! È bello invecchiare insieme agli altri, insieme alle persone che ti vogliono bene, insieme agli amici. Insieme a te, vecchia amica mia!
B – (Falsamente imbronciata) Tutto interesse! Altrimenti non sapresti più con chi litigare, chi prendere in giro!
N – Lo so di essere un vecchio brontolone dispettoso, ma tu lo sai meglio di me che ti voglio un gran bene!
B – Anch’io ti voglio un gran bene! Buon Natale, vecchio amico mio!
N – Buona Befana vecchia amica mia!
Si abbracciano.
L’immagine di copertina è di Enrica Mannari
Anna Maria Vannini
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Carino! Ci voleva la vena teatrale di Anna Maria per costruire un “atto unico” così gustoso. Grazie!