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La Befana esiste

Ieri è arrivato il regalo della mia Befana segreta. Segreta perché l’insegnante del mio gruppo di scrittura ha inventato questo gioco abbinando segretamente e casualmente i nominativi di noi allieve: chi riceve il regalo non sa da chi arriva, ma sa a chi dovrà mandarlo. Carino no?

Devo confessare che mi sono impegnata molto per trovare un’idea originale e ho aspettato con ansia e una leggera eccitazione il mio. Quando è arrivato, beh, mi sono emozionata. Senza esagerare certo, ma in realtà l’attesa e il sapere che una sconosciuta stava preparando un regalo per me, ha fatto risvegliare sensazioni sopite di una parte della mia vita ormai lontanissima.
È stato quindi piacevole, tanto più che quando è arrivato il pacco, in casa c’era mia nipote di quattro anni, molto presa anche lei in questo momento dall’arrivo di Babbo Natale e della Befana. Così abbiamo aperto il pacco insieme.

«Margherita, ma sai chi era al citofono poco fa? La Befana, pensa è venuta a portarmi questo pacco».

Gli occhi di Margherita si sono spalancati.

«Ma nonna, oggi non è ancora la Befana».

«È vero, però la Befana porta subito i regali a noi grandi, sennò non fa in tempo a consegnarli, in una notte, a tutti i bambini. Sono talmente tanti!».

«Ma nonna, la Befana non si fa vedere, passa di notte e io non ho preparato il piattino con i biscotti e il bicchiere con il latte. Mamma e babbo ancora non me lo hanno detto».

«È vero, infatti al citofono una vocina un po’ rauca e tremolante mi ha detto: “Loredana, sei tu Loredana?”. Sì, ho risposto. E lei: “Sono la Befana, c’è un pacco per te”. Oh grazie, vengo subito a prenderlo, mi metto il cappotto e arrivo. “No, no – risponde lei con questa vocina vecchia vecchia, – non puoi vedermi, ti lascio il pacco sotto la cassetta delle lettere. Ciao”».

Margherita mi ascoltava immobile, gli occhi spalancati e attenta a non perdere una parola.

«Allora hai visto cosa ho fatto? Al volo mi sono infilata il cappotto e sono corsa fuori per vederla, ma il cancello è un po’ lontano; io mi sono messa a correre e ho visto da lontano qualcuno con una gonna lunga e grigia china accanto alla cassetta della posta ma, quando sono arrivata, non c’era più nessuno. Anzi c’era una scia di fumo bianco che stava già svanendo».

«Nonna, apriamo il regalo», taglia corto Margherita.

Ci siamo messe lì ad armeggiare per scoprire la sorpresa saldamente chiusa dallo scotch: le nostre mani frenetiche strappavano senza pietà il cartone. Poi Margherita ha infilato dentro la scatola una mano e ha tirato fuori una cartolina dai colori leggermente marroncini, un po’ “rétro”. Il paesaggio rappresentava lo scorcio di una Milano antica: donne dagli abiti lunghi e alquanto severi ma impreziositi da cappellini vezzosi, camminare sole o accompagnate da uomini impettiti, rigorosamente in abito nero e cilindro in capo, e ancora donne e uomini dimessi e poveri, ma tutti colti nell’atto di passeggiare o di tirare il carretto lungo le strade sterrate dei navigli, non ancora interrati.
Margherita l’ha ignorata e me l’ha passata senza tanti complimenti, riportandomi con i piedi per terra. Poi si è concentrata nel ripescaggio ed è uscito fuori un libro. Chesil beach di Ian McEwan. Non lo conosco, ma forse ho letto qualcosa su questo libro, la trama non mi è sconosciuta e sono felice di averlo; mi piace fare la conoscenza di nuovi “amici”.
Margherita non lo degna di uno sguardo e continua a pescare. Non è ancora finita.

«Nonna, guarda c’è un altro pacchetto» e tira fuori una scatolina confezionata con un bel nastro azzurro di seta lucida, chiuso in cima da un fiocco grande come la scatola.
Quelle sue manine mai ferme vorrebbero saltare tutti i passaggi e arrivare alla sorpresa, ma la freno e con pazienza ci mettiamo a sciogliere i nodi e scartare con attenzione, senza strappi.
Solleviamo il piccolo coperchio e il nostro “oh” di meraviglia e le sue manine frenetiche tirano fuori i torroncini che ci sono dentro.

«Guarda nonna» e ne arraffa uno. L’ha già scartato. Faccio appena in tempo a fermarla.

«Aspetta, sono troppo grandi, ne mangiamo metà per ciascuno».

Siamo rimaste così qualche minuto, in silenzio, sedute sul divano, l’una di fronte all’altra, gli occhi negli occhi, la bocca in movimento piena di cioccolata e torroncino.

L’ìmmagine di copertina è stata elaborata dall’ufficio grafico di ala.
La foto è di proprietà dell’autrice.

Loredana Sardini


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5 commenti

  1. Ma sì, ogni tanto fa bene allo spirito e all’anima e mette di buon umore leggere certe storie che, d’accordo, possono essere considerate alla stregua di deliziose favolette di altri tempi, ma fanno davvero bene e ci “scrostano” di dosso un po’ della troppa cattiveria della quale ogni giorno veniamo in contatto. E poi anch’io, ormai nonno, in quello che l’autrice ha scritto ho visto mia nipote e la gioia nei suoi occhi e, di rimando nei mie e in quelli dell’autrice stessa. Brava Loredana e grazie per le tue righe.

  2. Anna Maria Citi Anna Maria Citi

    Delizioso. Delizioso il racconto, deliziosa l’idea dello scambio di regali anonimo, delizioso il contenuto del pacco e, come valore aggiunto, lo stupore sincero e l’entusiasmo della nipotina.
    Grazie Loredana!
    Delizioso (ma forse l’ho già detto! 😂)

  3. Rosalba volpi Rosalba volpi

    Per una volta sono d’accordo col rodi. Avrei tante domande. Ma davvero qualcuno di ala, travestito da befana, ti ha confezionato un regalo così elaborato? Il racconto, in compenso, è ben scritto.

  4. Vincenzo Sacco Vincenzo Sacco

    Non ho (ancora?) la fortuna e la gioia di essere nonno, ma ricordo bene le Befane di quando erano piccoli i miei figli e anche quelle di quando ero piccolo io.
    Ho ritrovato nel racconto di Loredana molte di quelle emozioni che mi hanno fatto tornare indietro negli anni.
    Grazie Loredana!

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