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Viaggiare a sprazzi! – 2

Le foto sono dell’autrice

Tema 4

Da Borgo San Lorenzo a Comacchio 

“i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole.” (Charles Baudelaire)

Partire per luoghi vicini o lontani? Non importa, basta saper cogliere ciò che ci aspetta dietro l’angolo. È così con il camper. Si può programmare un viaggio non più di tanto, caricare l’essenziale (difficile per noi che portiamo sempre troppo), fare un itinerario di massima e partire, per rivedere vecchi amici e posti incantevoli, approfittando del fatto che a Borgo San Lorenzo avevo un corso con le fantastiche operatrici sanitarie del Punto Nascita dell’Ospedale del Mugello.
Così, il 22 marzo 2024, dopo essersi fermati a dormire in una spartana area di sosta a San Piero a Sieve, pochi chilometri da Borgo, mio marito Filippo ed io siamo partiti alla volta di Brisighella, passando per la tortuosa ma incantevole Faentina, dove la Primavera ha già pennellato i prati di un verde acceso e gli alberi di fiori delicati.  
A Brisighella siamo stati tanti anni fa sempre in camper e ci era piaciuta per il borgo medioevale, con la sopraelevata Via degli asini, utilizzata dai barrocciai per trasportare il gesso, la Rocca Manfrediana e la Torre dell’orologio, che svettano in alto sui rispettivi colli, gli itinerari interessanti da percorrere, come la Via dell’olio e il Parco della vena del gesso, e, a Casola Valsenio, uno degli orti più grandi di erbe officinali, da vedere a giugno per la fioritura della lavanda.  
L’area di sosta camper è vicina al centro ed ha la corrente, utile alla sera per non consumare troppa batteria. È qui che ci hanno raggiunto gli amici milanesi conosciuti, a fine 2019, in un viaggio in Marocco. Saluti e abbracci e poi, insieme, ci siamo diretti a piedi verso il centro dove ci hanno accolto i ciclisti che partecipavano alla quarta tappa della settimana Coppi e Bartali. Sorpresa!
La piazza grande era vestita a festa e sul palco centrale venivano presentati i ragazzi delle varie squadre partecipanti alla gara. Colori variopinti delle magliette, volti di giovani concentrati in attesa del “Via”, gente che, come noi, aspettava l’inizio della partenza dietro le transenne predisposte per tutto il borgo e la voce dello speaker che risuonava in tutta la piazza. Così si presentava Brisighella, per tutta la giornata fino al tramonto, quando i pinnacoli gessosi che dominano il borgo si sono colorati di rosa.

Il giorno dopo Faenza ci aspettava a pochi chilometri di distanza. Sosta nell’area di sosta tra il cimitero e la farmacia, a breve distanza dal centro, poi a piedi fino alla bella piazza del Popolo, piena di bancarelle per il mercato settimanale.


Tanto ci sarebbe da dire su Faenza, famosa per le sue ceramiche che abbiamo ammirato al Museo Internazionale della Ceramica (MIC) che ospita fino ad ottobre una bellissima mostra dedicata a Gio Ponti, per i bei palazzi lungo il Corso Mazzini fino al Parco Bucci, una ex piazza d’armi, adibita fino ai primi del ‘900 ad esercitazioni militari e in seguito a pascolo per cavalli, per poi essere trasformata in un parco, dove eravamo stati tanti anni fa con i bambini piccoli.
In quel momento ci aveva colpito quel parco pubblico pieno di piccoli animali che si muovevano liberamente vicino alle persone, per niente impauriti: pavoni, oche, anatre, galline, cigni, porcellini d’india.
Oggi è rimasto più o meno lo stesso. Certo il vecchio ponte di legno, allora praticabile, ora è inagibile ma, per il resto, l’atmosfera è rimasta la stessa: un piccolo paradiso nel cuore di una città, dove si può soffermarsi a gustare un panino su una panchina, ad osservare il laghetto pieno di piante, cigni, anatre e passeggiare tra alberi esotici e prati pieni di margherite mentre gli animali si avvicinano per avere un po’ di briciole di pane e i bambini giocano indisturbati. Un sogno o una reale possibilità che le diverse Amministrazioni comunali dovrebbero prendere in considerazione?

Faenza: una produzione di Gio Ponti e il parco di Bucci

Il nostro viaggio prosegue fino alla bellissima Ravenna, dove con un unico biglietto si possono ammirare gli stupendi mosaici che arricchiscono i mausolei e le chiese più importanti della città. Merita uno spazio suo, riservato, questo posto così ricco di storia e bellezze, così dedico a Comacchio queste ultime impressioni di fine viaggio.
Il parcheggio appena fuori città, davanti alla Coop, permette di raggiungere, in pochi passi il centro di questa graziosa città lagunare chiamata “la piccola Venezia”, situata nel Parco del Delta del Po. Arriviamo subito al Ponte Pallotta, conosciuto come Trepponti, che rappresenta la porta della città e salendo e, scendendo le sue imponenti scale, ci sperdiamo nell’intreccio di vicoli, canaletti e piccoli ponti che uniscono le sue tredici isole e la fanno apparire come un unico insieme legato alla terraferma. La città è quasi deserta e non ci sono auto, solo qualche anatra che, uscendo dall’acqua, procede indisturbata, ancheggiando, su qualche viuzza.

Comacchio è stato il più grande produttore di sale di tutta la zona di Ferrara e Ravenna ed è proprio a “La bottega del sale”, piccolo ristorante nel cuore di questa città così silenziosa e particolare, che abbiamo terminato la serata. Gestito da due donne gentili e professionali, con cucina a vista, il locale ci ha fatto gustare piatti innovativi dove non poteva mancare l’anguilla, pesce tipico della zona.

Comacchio

Qui rimaniamo, almeno con il cuore, in attesa di una nuova ripartenza.

Grazia Chiarini

Published inBlogPronti attenti blog

Un commento

  1. Nel Viaggio sentimentale di Laurence Sterne, è proprio l’io del viaggiatore a essere assoluto protagonista della scena. Il libro risulta essere un diario e, insieme, un autoritratto. Grazia Chiarini invece descrive i suoi viaggi con lo scopo generoso di condividere esperienze e sensazioni. Il risultato è la voglia di partire e di imitarla. Brava.

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